di Alessandro Roveri*
Fa inorridire e al tempo stesso sorridere di compatimento la recente proposta di assegnare al ministero dell’ Istruzione il compito di controllare che nelle nostre scuole la storia sia insegnata «secondo criteri oggettivi rispettosi della verità storica», che tengano «conto di tutte le correnti culturali e di pensiero».
Fa inorridire, perché denota, in chi ha formulato quella risoluzione, una pulsione totalitaria antiliberale propria di chi ha in odio la norma costituzionale («L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento»). Fa sorridere di compatimento perché denota anche una colossale ignoranza di che cosa sia la storiografia e